Implantologia dentale: cos’è, tipologie di impianti, problemi

implantologia dentale

L’implantologia dentale è quella branca della chirurgia orale che permette la sostituzione di uno o più denti mancanti. Un impianto dentale si effettua con l’ausilio di particolari radici artificiali, che vengono inserite nell’osso e permettono l’installazione di una protesi fissa.

La perdita dei denti naturali può avvenire in diversi modi, creando alle persone un disagio dal punto di vista sia funzionale che estetico. Scopri nel nostro articolo perché è importante sostituire i denti mancanti.

Tale intervento rende il cavo orale del paziente funzionale e piacevole dal punto di vista estetico. Può riguardare singoli denti, gruppi di denti o l’intera arcata dentale. Un impianto si compone di due parti: la prima, l’impianto che simula la radice, e la seconda, la corona, detta nel linguaggio comune “capsula”.

È un argomento che merita di essere approfondito, visti i tanti aspetti che lo riguardano: la lettura darà modo di comprendere cos’è l’implantologia dentale, quali sono le tipologie di impianti effettuate e quali le loro differenze. Un breve excursus sarà infine dedicato ai problemi che possono comparire in seguito all’installazione del nuovo impianto, a breve e lungo termine.

Cos’è l’implantologia dentale?

Lo scopo principale di un impianto dentale è la sostituzione di uno o più denti mancanti. Si tratta in sostanza di denti artificiali, i quali presentano una radice realizzata in titanio. Il titanio è un materiale biocompatibile che permette di evitare reazioni avverse, creando un collegamento tra dente artificiale e osso. Tale processo è definito osteointegrazione: in tal caso la radice artificiale guarisce in breve tempo e l’osso non vive in modo traumatico l’inserimento dell’impianto.

Un intervento di implantologia dentale permette di migliorare in termini funzionali ed estetici il sorriso di un paziente ed evita l’utilizzo di protesi mobili.

Mancanza di denti: protesi mobile o impianto? Scoprilo nel nostro articolo!

Come è composto un impianto dentale

Un impianto dentale è composto da tre parti:

  • la vite endossea in titanio, che sostituisce la radice del dente mancante o estratto;
  • l’abutment, un raccordo che collega la radice artificiale e il nuovo dente:
  • la protesi dentaria, il dente artificiale, spesso realizzata in ceramica o in resina.

Se l’osso presenta una perdita di volume e risulta quindi incapace di sorreggere il nuovo impianto dentale è necessario intervenire con chirurgia rigenerativa ossea e/o gengivale in maniera preventiva o contestuale. Ciò è fondamentale per rinforzare le pareti ossee. Tale intervento, la rigenerazione ossea, consiste nell’utilizzo di sostituti ossei, i quali possono essere sia di sintesi sia naturali.

La perdita di volume osseo è una delle situazioni in cui spesso viene, erroneamente, sconsigliato l’intervento d’implantologia.

Vuoi scoprire alcune delle situazioni più comuni in cui il paziente si sente dire, erroneamente, che non è idoneo all’impianto dentale e che l’unica soluzione consiste nelle protesi mobili? Leggi il nostro articolo: Implantologia dentale: facciamo chiarezza!

Le tipologie di impianto dentale

Un intervento di implantologia dentale si sviluppa con passaggi differenti a seconda dei singoli casi e della condizione del cavo orale del paziente. Per comprendere qual è la maniera migliore di procedere il dentista compie una valutazione preventiva della zona da trattare. Da ricordare che tale procedura viene sempre eseguita insieme alla classica visita odontoiatrica. A volte è possibile, in seguito alla visita, intervenire in tempi brevi. In altri casi però è necessario effettuare una chirurgia rigenerativa dell’osso o procedere con l’intervento a seguito di un’estrazione.

Le principali tipologie di impianti dentali sono:

  • Impianto a carico immediato o differito
  • Impianti post estrattivi
  • Impianti con corone o cementate la cui differenza è data dalla necessità di una corona estetica o meno.
  • Impianti singoli che sostituiscono un singolo dente e tecniche che prevedono il posizionamento di 4 o 6 impianti per il posizionamento di una protesi fissa.

Scopri le protesi dentarie fisse: quali sono e quando vengono usate?

Quando un impianto dentale può dare problemi

Esistono casi in cui la nostra bocca rigetta l’impianto. Tale situazione viene definita nel gergo medico “fallimento implantare”. Il rigetto può avvenire in breve tempo o dopo molto tempo. Questo può avvenire a causa di infezioni batteriche anaerobiche spesso facilitate da malattie croniche come può essere il diabete.

Se però il rigetto avviene dopo un anno e oltre il motivo non è l’osteointegrazione. Le cause di norma riguardano complicanze dovute al diabete, anche se oggi, l’implantologia rappresenta per i pazineti diabetici una soluzione efficace per tornare a sorridere ,bruxismo, cattive abitudini legate all’abuso di alcool e fumo di sigarette, radioterapia, malattie infiammatorie varie e scarsa igiene orale che può portare a perimplantite.

Come posso prendersi cura dell’igiene dell’impianto? Scoprilo qui!

Tra i sintomi più ricorrenti in entrambe le situazioni, osteointegrazione o altre problematiche, troviamo lo spostamento dell’impianto dalla sede originale, la sensazione di dolore, il sanguinamento gengivale, il gonfiore e il sapore metallico in bocca.

Approfondisci nel nostro articolo Quando e perché un impianto dentale non va a buon fine

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Dott. Marco De Angelis

Dott. Marco De Angelis

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