Con ortodonzia intercettiva intendiamo un tipo di ortodonzia che si rivolge solo ed esclusivamente ai bambini. Il nome stesso è indicativo di cosa va ad occuparsi: intercetta preventivamente problemi che vanno corretti prima della maturazione finale delle ossa del piccolo paziente. Le problematiche possono essere legate sia alla cattiva crescita delle ossa, sia alla cattiva crescita dei denti.
L’obiettivo dell’ortodonzia intercettiva
Qualsiasi terapia ortodontica adottata in età scolare ha più effetto, in quanto le parti che si vanno a trattare non sono completamente formate e, pertanto, sono più malleabili.
L’obiettivo dell’ortodonzia intercettiva, quindi, è quello di ‘rimettere in carreggiata’ la crescita di ossa e denti, prima che possano comportare conseguenze più serie da adulti.
Quali risultati si possono ottenere con l’ortodonzia intercettiva?
I risultati dell’ortodonzia intercettiva sono diversi e dipendono dalle problematiche di partenza. Per questo è importante programmare una prima visita per individuare tutte le problematiche e individuarne le soluzioni.
Tendenzialmente, ci si affida all’ortodonzia intercettiva proprio per aumentare la possibilità che tutte le terapie abbiano risultati ottimali e con una riuscita molto vicina al 100%. Infatti, se eseguito in età precoce, il trattamento del difetto osseo ha un successo maggiore grazie alla struttura ancora adattabile delle ossa e delle articolazioni.
Terapia intercettiva: quali sono le principali problematiche e le risoluzioni?
Ovviamente non c’è un’unica terapia intercettiva o tipologia di apparecchio per i vari problemi che possono affliggere la bocca dei bambini; quindi, vediamo insieme quali vengono associate alle principali problematiche che possiamo affrontare serenamente con il nostro ortodontista di fiducia.
Terapia ortodontica intercettiva per: rapporto scorretto tra le arcate
A parte l’occlusione normale, possiamo individuare altri tre tipi di masticazione o morsi. Alcuni difettano di occlusione in orizzontale, alcuni in verticale, altri solo per una parte di arcata oppure per tutta la bocca. Quindi la terapia ortodontica intercettiva entra in gioco nelle seguenti casistiche:
Morso aperto
Nel morso aperto non c’è fisicamente interazione in una parte della bocca. Vuol dire che, verticalmente, in un punto non c’è la sovrapposizione. Se i denti anteriori non si toccano, si parlerà di morso aperto anteriore, mentre in caso di mancata sovrapposizione verticale nella parte posteriore, si parla di morso aperto posteriore.
Morso incrociato
Nel morso incrociato il rapporto tra le arcate è scorretto sull’asse orizzontale. I denti toccano tutti tra loro (tra l’arcata superiore e quella inferiore), ma o più verso l’interno, cioè verso la lingua, oppure più verso l’esterno, cioè verso le guance.
Morso profondo
Fisiologicamente, l’arcata superiore è sovrapposta a quella inferiore. Si può notare facilmente se si osservano allo specchio soprattutto i denti anteriori: si vedono quelli superiori coprire parzialmente quelli inferiori, in una proporzione ben studiata.
Quando però l’arcata superiore chiude ‘più in basso’ e prevarica quella inferiore oltre il livello ideale, si parla di morso profondo.
Terapia ortodontica intercettiva per: palato stretto
Detto anche palato ogivale, è un problema molto comune che si può risolvere con la terapia ortodontica intercettiva. Può avere cause diverse e può comportare problemi e conseguenze diverse, come: masticazione problematica, sorriso poco estetico e problemi di respirazione. In questo caso la diagnosi precoce è essenziale per evitare disagi in età adulta.
Il trattamento è legato all’utilizzo di un espansore palatale (apparecchio sul palato) da tenere intorno ai 6-12 mesi.
Terapia ortodontica intercettiva per: necessità di seguire la crescita dell’osso mascellare e mandibolare
Prognatismo
(Malocclusione di seconda classe dento-scheletrica)
L’osso mascellare è più sviluppato rispetto alla mandibola inferiore con conseguente sporgenza dell’arcata superiore rispetto a quella inferiore.
Questa crescita anomala può portare anche a dei difetti dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare).
Prognatismo mandibolare
(Malocclusione di terza classe dento-scheletrica)
Situazione in cui la mandibola sporge in avanti rispetto alla mascella, per la sua crescita sproporzionata. Il prognatismo mandibolare si riscontra più facilmente del prognatismo mascellare. Questo difetto porta a una malocclusione dento-scheletrica risolvibile con apparecchi ortodontici combinati con operazioni di chirurgia maxillo-facciale.
A livello visivo, l’arcata inferiore è più avanti rispetto a quella superiore.
Terapia ortodontica intercettiva per: preparare la bocca per un utilizzo successivo di altri apparecchi
Così come esistono apparecchi che necessariamente devono essere messi da bambini per risolvere problemi che difficilmente si potrebbero risolvere in età adulta, così ci sono trattamenti che, invece, devono essere svolti in età adulta perché necessitano di una maggiore maturazione delle ossa.
Per questo, in età scolare è importante porre le basi per i trattamenti ortodontici che verranno fatti in futuro.
Come possiamo vedere, il rischio di non riuscire a risolvere facilmente problematiche scheletriche in età adulta senza ricorrere a interventi chirurgici è molto alto. Per questo è importante fare controlli dal proprio dentista fin da piccoli. Così, in caso di avvisaglie, potrà consigliare una visita dall’ortodontista dalla più tenera età!
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